LA SOCIETA’ RISPONDE – DUE MOTIVI DI RIFLESSIONE
QUALCHE CONSIDERAZIONE
Quando in due set, il secondo ed il terzo, si concedono 23 punti all’avversario, nel bene e nel male, entrambi ci hanno messo del suo. Non mi interessa cosa hanno sbagliato gli altri, so solo che, sulla scia del primo set in cui eravamo partiti dominando per poi perderlo, nei due set successivi abbiamo giocato con grande intensità ed attenzione. Nel quarto, pronti, via, e ci troviamo sotto 2-7, 11-16, 13-18 e 20-24, set compromesso. Poi i miracoli, ma si sa, quando si rincorre, la palla sfortunata ci sta, vedi quella scesa dalla rete su Vermiglio.
Mi rendo conto di dire cose banali, scontate; lo faccio per ricordarlo, a beneficio degli atleti e dello staff se mi leggono. Serve continuità nella concentrazione, da parte di tutti in ogni fondamentale. L’obbiettivo che ci siamo prefissi, in termini di classifica, passa anche attraverso un punto od un set. L’equazione: partita casalinga + squadra alla portata, uguale vittoria, non funziona; gli esempi si sprecano, vedi la gara con Alessano in casa ed Aversa che, per poco, non sbanca Castellana. Non possiamo dare per scontato niente, nemmeno l’ultima trasferta a Roma e continuo a credere che per entrare nei primi cinque ci serva qualche gara super. Cominciamo ad andare in Puglia per vincere, ora non siamo tecnicamente inferiori, dobbiamo crederci.
IL PUBBLICO ED IL TIFO
Domenica scorsa, in certi momenti, se non c’erano i tifosi di Ortona, ci sarebbe stato un silenzio desolante. C’è l’alibi dell’orario e sono certo che con le altre società faremo di tutto per abolire le gare delle 12 ma non è tutto qui il problema.
Prima del quinto set sono andato da Fajo ad esortarlo ad incitare il gruppo. “Non ce la faccio più”, mi ha detto. Prendiamo atto che la Fossa del passato non esiste più; starà a noi società far qualcosa per ricreare un tifo organizzato e fidelizzare con buone prestazioni un pubblico di età matura, ma ci servono i giovani ed i loro genitori.
Non possiamo obbligare nessuno ma sarebbe auspicabile un maggior impegno da parte degli allenatori del settore giovanile nel coinvolgere i ragazzi; oltretutto avrebbero molto da imparare; ci sentiremmo inoltre più famiglia e saremmo moralmente ricompensati per gli sforzi che dal punto di vista anche solo organizzativo comporta gestire circa 200 ragazzi/e.
Non si pensi che la nuova società spenda tempo e denaro per un giocattolo per poi giocarci in 7/10 persone; l’imperativo, l’obiettivo era e resta: riportare la gente al palasport, fare qualcosa per Santa Croce. Ancora non ci siamo ma non molliamo; dateci una mano tutti però. Forza Lupi.
Sergio Balsotti